martedì 13 agosto 2013

Se la passione ci annebbia la mente...

Qualche volta mi capita di riflettere. Non spesso, ma ogni tanto.
Stavolta mi è successo dopo aver lavorato a uno dei racconti di Hoffmann. Il violino di Cremona, per l'esattezza (andate qui per capire di cosa parlo).
A questo racconto si era ispirato il compositore Jaques Offenbach per l'episodio di Antonia della sua opera I racconti di Hoffmann (andate qui per capire di cosa parlo).
In breve, Antonia è una fanciulla molto bella, ma soprattutto molto dotata vocalmente. È una cantante straordinaria, capace di ammaliare tutti con la sua voce, una voce che sembra addirittura andare oltre le normali capacità umane. Ed è così, infatti, perché Antonia ha una singolare malattia ai polmoni, ed è quella malattia a dotare la sua voce di caratteristiche strabilianti, ma anche a minare la sua stessa vita. Antonia adora cantare e tutti quelli che l'ascoltano adorano sentirla cantare, ma cantare per lei vuol dire rischiare la morte. Questo lei lo sa, e lo sa anche suo padre, il consigliere Krespel che, per quanto sia un personaggio eccentrico e svitato, ha il buonsenso di capire che per salvare la vita di sua figlia deve impedirle con ogni mezzo di cantare.
Fin qui non c'è niente, o quasi, di strano. Quel che mi ha colpito particolarmente è il fatto che il povero Krespel si trovi a combattere continuamente con gente che vuole a tutti i costi far cantare Antonia. Certo, molti non sanno della sua malattia e sono quindi giustificati, ma anche quelli che sanno che per Antonia cantare è letale, pure non resistono alla tentazione di spingerla a farlo. Lei stessa pare non essere in grado di resistere alle pressioni. È come una bambina incapace di scegliere veramente ciò che è bene per lei. E anche se uno le ripete un'infinità di volte che giocare col fuoco è pericoloso, non appena vede un accendino incustodito lo afferra e ci gioca, finendo magari col darsi alle fiamme.
Antonia ha un fidanzato, B, che sa benissimo quanto sia pericoloso per lei cantare. E cosa fa questo B, pur dopo aver giurato in tutte le lingue che con lui le labbra di Antonia non avrebbero mai emesso una sola nota? La cerca ovunque per convincerla a cantare. Fenomenale, vero? E nonostante Krespel tenti in tutti i modi di proteggere la figlia, lui alla fine la trova e riesce a spingerla a cantare fino a farla morire.
Nel racconto Krespel sostiene (a grandi linee) che le persone appassionate non hanno nel cuore che la propria passione e, per quella e per il piacere che ne traggono, diventano crudeli, sarebbero disposte a sacrificare qualsiasi cosa, anche la vita di chi amano.
B presumibilmente ama Antonia. Eppure non può fare a meno di spingerla a fare una cosa che sicuramente la ucciderà.
Quante volte la passione per qualcosa ci rende incapaci di capire che stiamo andando troppo in là? O ci rende insensibili e crudeli verso gli altri? Ci rende incapaci di comprendere che qualcun altro sta soffrendo per le nostre insistenze, per le nostre richieste, o anche, per essere meno drammatici, che semplicemente sta facendo qualcosa che non vuole fare solo perché non ha il coraggio di dirci di no?

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