giovedì 7 marzo 2013

Di equini, lasagne e altre cose ritrovate

Quando è uscita la polemica sulla carne di cavallo nelle lasagne, non riuscivo quasi a credere alle mie orecchie (o ai miei occhi). Perché stavo lavorando su un libro che parlava praticamente dello stesso argomento e che è stato scritto più di cent'anni fa.
Però a ben pensarci le similitudini con la cronaca attuale si fermano qui, come vedremo.
Il libro non è famoso, e l'autore lo è anche meno. Joseph Nelson Eldridge Oldiron è in qualche modo mio parente, perché era il marito della sorella del mio bisnonno.
Naturalmente non l'ho mai conosciuto, come non ho mai conosciuto il mio bisnonno, ma in famiglia ne avevo sentito parlare come di una figura quasi mitologica, perché era “l'inglese che rapì zia Sofia”. Zia Sofia era di Sorrento (come il bisnonno) ed era bellissima, come raccontano tutti.
Joseph era uno studioso e scrittore inglese, nato nel 1950, e aveva incontrato la zia a Pompei. In realtà non l'aveva rapita, dal momento che dopo averla sposata si era stabilito pure lui a Sorrento “facendo di Sofia una donna onesta”, come si diceva all'epoca, e probabilmente anche piuttosto benestante. Però la famiglia del bisnonno non approvò mai la loro unione, perché aveva già promesso la zia a un altro uomo, quindi per i miei questo matrimonio non desiderato era un vero e proprio rapimento.
Joseph, come ho detto, era uno scrittore, e anche molto prolifico. Però non desiderò mai la fama e non cercò mai di pubblicare le sue opere, che si limitò a comporre per il piacere proprio e al massimo di vicini e parenti. Non le pubblicò forse perché non se ne sentiva all'altezza, o forse perché, come tanta gente dell'epoca, pensava che scrivere per soldi fosse volgare o indegno.
In famiglia gli scritti di Joseph non erano mai stati tenuti in gran conto, forse per via di quell'aura di disprezzo con cui era stato circondato, suo malgrado, dai parenti di zia Sofia. Però tempo fa, mentre aiutavo la nonna a sgombrare il solaio, trovai un vecchio baule in cui erano stati riposti i suoi taccuini.
Joseph e Sofia non ebbero figli, perciò le scartoffie di Joseph passarono alla mia famiglia, che le mise da parte senza leggerle, per i motivi che vi ho detto.
Sempre grazie a quel disprezzo malcelato, nonna non ha avuto nulla in contrario a regalarmi il baule, e io ne sono stata ben lieta perché dentro vi ho trovato moltissime cose interessanti.
Ho cominciato dalla traduzione di questo libretto, Equini e lasagne, perché è breve e divertente.
Il protagonista, Gaetano Immacolato Santagrotta detto Don Gagà, è un avventuriero di Sorrento che, affamato di vita e di avventure, se ne parte in giro per il mondo, fino ad arrivare in Sudafrica nel bel mezzo della corsa ai diamanti dell'Ottocento. La poca fortuna che incontra non basta a scoraggiarlo, finché non s'imbatte in Genevieve, detta Sugarplum, una cantante bellissima e dalle grandi pretese. Per conquistare la sua bella, Gaetano intraprende la carriera culinaria, ma il passo dal successo alla disfatta è fin troppo breve.
Voglia di riscatto, quindi, amore, una passione che fa travisare la realtà e perfino una velata critica ecologista, esemplificata dalla fine dei quagga e dall'opinione che il protagonista ha delle risorse naturali. Questi gli ingredienti (è il caso di dirlo) del libretto.
Il racconto è narrato con passione, ma anche con un notevole senso dell'umorismo, il che mi fa pensare che possa contenere tracce autobiografiche della vita di Joseph. Per esempio, come non scorgere nei complimenti fatti alla bella Genevieve, quegli stessi apprezzamenti che lui doveva aver fatto davvero alla sua Sofia?
La pubblicazione di questo ebook è un esperimento da parte mia, perché non so quanto il pubblico possa prender bene un autore allo stesso tempo vecchio e nuovo. Diciamo che io... ci spero.
A me è piaciuto, sarebbe bello se piacesse anche a voi.

Qui potete trovare info per acquistare “Equini e lasagne, ovvero della deprecabile scomparsa del quagga”.

Incipit del libro

Nessun commento: