venerdì 26 ottobre 2012

La lingua è mobile...

La lingua è una cosa meravigliosa. Non mi riferisco all'organo che abbiamo in bocca, che pure è meraviglioso, bensì alla sua funzione lessicale, grazie alla quale siamo, o dovremmo essere, in grado di comunicare con i nostri simili. La lingua non è un monolito immutabile e rigido. Somiglia più a un ruscello spumeggiante e mutevole, e come un ruscello la lingua cambia nel tempo, a volte prosciugandosi e riducendosi ai minimi termini, altre volte straripando d'acqua, lemmi e fonemi. Un termine che ieri aveva un significato oggi ne ha un altro, uno che adesso è in voga domani sarà vetusto e desueto. In tutto questo fermento di vocaboli ed espressioni, ce ne sono alcune che mi lasciano veramente di stucco. Come questa che ho sentito giorni fa (solo la prima battuta, che rispondeva alla domanda “Che lavoro fai?”) che mi ha ispirato la conseguente battuta cretina.

Minivocabolario:
Monolito: Grosso blocco roccioso in un unico pezzo. In senso figurato indica qualcosa di compatto e privo di fratture o divisioni.
Lemma: Vocabolo registrato in un dizionario o in un'enciclopedia, stampato in grassetto e posto a inizio della voce. Sinonimi: tema, argomento, subject.
Fonema: Unità minima distintiva di suono nell'ambito di una lingua particolare che consente, da sola o in combinazione con altre, di formare significati e di fare una distinzione tra essi.
In voga: Modo di dire abbastanza desueto (vedi più in basso) che indica ciò che gode di favore, successo, popolarità presso il pubblico. Sinonimi attuali “trendy, fashion, una roba che spakka”.
Vetusto: Che è molto antico e ispira sentimenti di stima, venerazione, rispetto. Oppure semplicemente superato, arretrato, in stato di degrado. Vecchio.
Desueto: Non più in uso.
Fermento: Agitazione, subbuglio.
Food: Il settore alimentare, nella grande distribuzione.

Bibliografia consigliata: Lo Zingarelli, Vocabolario della Lingua Italiana


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