martedì 16 ottobre 2012

Cinquanta sfumature di noia

Da me non ve l'aspettavate, lo so. Mi pare già di sentirvi. “Ma come? Dopo che ci hai triturato a sangue i cosiddetti col fatto che tu la moda non la segui manco se ti costringono, vai a leggerti proprio le famigerate Cinquanta sfumeture di grigio?”
Ma ho qualcosa da dire a mia discolpa.
1) L'ho letto per dovere, non per piacere. Come voi ben sapete, io nel campo dei libri ci lavoro, e non posso permettermi d'ignorare un fenomeno così eclatante.
2) È da quest'estate che mia mamma mi tampina con questo libro. Lei non l'ha letto, eh. E non ha nessuna intenzione di leggerlo. Né mi suggeriva di leggerlo. No, lei non vuole questo. Vuole solo che io ne scriva uno simile per fare un gran mucchio di soldi anch'io. Non nego che la cosa mi stuzzica. Fare un gran mucchio di soldi, intendo. Ma credo anche che non sia facile come sembra.
3) Volevo vedere com'erano state descritte queste tanto famose scene hard che hanno fatto surriscaldare milioni di donne in tutto il mondo. Perché un romanzo in effetti lo sto scrivendo anch'io, ma le mie scene di sesso non sono esplicite, anche perché non ne vedo alcuna necessità. E poi descrivere, da un punto di vista puramente letterario, una scena di sesso è difficile. Come niente si rischia di cadere nel ridicolo o, anche peggio, nel noioso estremo. Infatti a me quelle delle cinquantasfumatura paiono abbastanza insipide. Poi magari sono io che non me ne intendo, eh. Sarebbe interessante sentire il parere di un esperto. Chessò... Rocco Siffredi? Secondo me le troverebbe insipide anche lui.
4) Sempre a beneficio del best seller che mi farà diventare straricca che sto scrivendo, volevo capire cosa piace alla gente e perché. Io in giro ho trovato decine di recensioni negative delle cinquantasfumature (anche questa sarà abbastanza perfida) e solo qualche timido “ma a me è piaciuto” da parte di gente che quasi si vergogna ad ammetterlo. Eppure se ha venduto tanto, è evidente che sono più quelli a cui è piaciuto che quelli a cui ha fatto accapponare la pelle. Non credo che tutte l'abbiano acquistato solo per vedere quant'è brutto e poterlo denigrare a ragion veduta, no?

Ecco, detto ciò possiamo passare alla recensione vera e propria.
Se vi sembra che le cinquantasfumature richiamino alla mente Twilight è perché è vero. Il nostro rovente (rovente, poi... tiepido, ecco) libro è nato proprio come fanfic: una serie di racconti pubblicati su un forum di fans di Twilight, tant'è che all'inizio i protagonisti erano proprio Bella Swan ed Edward Cullen. Poi, visto l'alto numero di approvazioni, E.L. James li ha spostati su un proprio sito. E poi l'ha fatto uscire in ebook. E poi, tramite quella cosa che si chiama pubblicità virale la cosa è esplosa fino a fare boom, i lettori hanno sparso (a gratis!!!) la voce e la fanfic, opportunamente rivisitata e corretta, è diventata un caso letterario senza precedenti. Ecco, io voglio sperare che quando sarà il momento voi farete lo stesso per me. In caso contrario, sappiate che sto già preparando la macumba*.
In sostanza, quindi, le cinquantasfumature sono un Twilight semplificato. Prendete Twilight, aggiungete il sesso, levate i vampiri, un mucchio di personaggi e tutto quel che non riguarda la storia d'amore tra Bella ed Edward ed otterrete il nostro romanzo birichino.
Mia mamma pensa che le cinquantasfumature siano un libro porno. Lo pensano tutti quelli che non l'hanno letto. Invece no, è un libro d'amore che rispetta tutti i sacri cliché in voga fin dai tempi di Carolina Invernizio (solo che lei ci metteva anche della trama -anche troppa, certe volte- tra un sospiro e l'altro. E soprattutto sapeva scrivere molto meglio).
Ci sono, fondamentalmente, lui e lei.
Lei è praticamente Cenerentola: la classica sfigata che fa innamorare di sé il Principe Azzurro (o il più figo della scuola. Non a caso Christian Grey viene speso definito "yummy", che vuol dire, appunto, "figo"). Non particolarmente bella, non particolarmente elegante, non ricca, non colta, non brava in qualcosa (a parte mordersi le labbra e inciampare nei propri piedi). Se fosse un personaggio Disney sarebbe Miss Paperett, la segretaria di zio Paperone: abbastanza riconoscibile da avere un posto fisso in quel mondo, ma troppo anonima per assurgere al ruolo di personaggio. Il livello medio della protagonista femminile è voluto. Lasciandola indefinita l'autore fa sì che qualunque lettrice possa identificarsi in lei. Anastasia Steele, così si chiama, ha 21 anni ed è una neolaureata in letteratura inglese. È appassionata di romanzi ottocenteschi, però andando avanti con la sua storia appare chiaro che ne ha letto uno solo, vale a dire Tess dei d'Urbervilles di Thomas Hardy. Anastasia, detta Ana (come la dea delle anoressiche, e spero che sia solo un caso) è fondamentalmente un'insicura. Si fa mille problemi su qualunque cosa, perfino se uno le offre il caffè. È un'ingenua assoluta in campo sentimentale ed erotico. Non ha mai provato attrazione per un uomo prima, perché nessuno di quelli a cui piaceva era il tipo dell'eroe romantico dei suoi libri ottocenteschi (fondamentalmente nessuno di quelli era un multimiliardario). Non ha mai baciato prima, non si è mai toccata e non ha mai neppure avuto fantasie sessuali. Siccome ciò è impossibile, dobbiamo riconoscere che la ragazzina conta balle. Possiede una dea interiore con aspirazioni da cheerleader.
Frasi chiave: “Ma quant'è figo Christian Grey!”
“Wow!”
“Ci sono riuscita!”
“Mmmmm! Ti prego!”
“Voglio di più!”
“Porca merda!” (o simili)
Nonostante sia laureata in lettere, Anastasia Steele sfoggia un linguaggio decisamente colloquiale e semplificato. La cosa dev'essere voluta, per consentire anche alle lettrici più ignoranti d'illudersi di essere potenziali dottoresse in lettere. Come io quando mi sentivo astrofisica solo perché leggevo i libri di Stephen Hawking...

Lui, ovvero Christian Grey. Ha tutte le caratteristiche dell'eroe romantico: è bello, potente, famoso e ricco da far schifo. Ha ventisette anni ed è un imprenditore filantropo che si è fatto da sé. Ma ha un passato sofferto alle spalle che lo rende complicato, oscuro, lunatico (questo, naturalmente, stimola in Anastasia la sindrome della crocerossina che tante vittime ha fatto, e fa tutt'ora, tra le donne). Suona il pianoforte come nessuno, pilota elicotteri e macchine sportive, ha una cultura artistica assai profonda, ciononostante anche lui predilige un linguaggio decisamente triviale.
Frasi chiave: “Non voglio perderti!”
“Ti voglio nuda!”
“Adesso. Ti. Scopo. Qui.”
“Piantala di morderti le labbra!”
“Mangia!”
“Brava, piccola!”
“Mi prudono le mani.”
Entrambi sono quasi del tutto privi di senso dell'umorismo. Il senso dell'umorismo in libri tanto diffusi è pericoloso perché si corre sempre il rischio di offendere qualcuno con una battuta. Più lettori ci sono e più facile è offenderne qualcuno. Temo che io col mio libro ne offenderò moltissimi.
Trama: lui e lei s'incontrano quasi per caso, perché lei deve intervistarlo per conto dell'amica che è caporedattore del giornale universitario ma è tanto malata poverina. La scintilla scatta subito, ma lei è intimorita dalla sua aura di potere.
Lui la rintraccia e la ritrova e lei va in brodo di giuggiole. Prendono insieme un caffè e lei comincia a sbavare, ma lui le dice di stargli alla larga perché è un tipo pericoloso. Lei si dispera perché pensa di non piacergli, ma poi lui le fa un regalo costoso e lei va in confusione. Poi però lei prende una sbornia colossale per festeggiare la laurea imminente e quasi per errore lo chiama. Lui accorre a salvarla come ogni principe azzurro dovrebbe fare in simili circostanze. E non approfitta del suo stato d'incoscienza, cosa che quasi nessun principe azzurro farebbe.
Ma l'attrazione è tale che alla fine lui cede e la invita a casa sua, a Seattle. Ci vanno con l'elicottero privato di lui ("Disgustosa ostentazione di plutocratica sicumera", come disse una volta Paperino a Paperone), e lei rimane giustamente colpita dalla megavilla di lui che gronda denaro e potere da ogni poro dell'intonaco. Lui le svela il suo segreto: lui non è uno che fa l'amore, è uno che scopa, e scopa duro. E non concepisce una relazione tra uomo e donna se non come una serie di rapporti sessuali tra un dominante (lui) e un sottomesso (lei). Perciò prima che tra loro possa cominciare qualcosa lei deve firmare un bel contrattino (che confermi che lei è consenziente, presumo). Anche lei ha un segreto da svelargli: è vergine. Lui, sconvolto, decide che non è il caso di farla debuttare col sadomaso: prima deve almeno sverginarla. Insomma, una cosa soft (lui lo chiama “sesso alla vaniglia”). Lui e lei scopano. Dicono così: non fanno l'amore, scopano e basta. A lei piace molto. Il mattino dopo lui le presenta la mamma (adottiva, perché lui è orfano). La mamma è contenta perché Christian non aveva mai avuto una fidanzata prima. Da notare, il fatto che lei sia considerata fidanzata e non amante, e che venga subito presentata in famiglia, contribuisce ad ammaliare anche le lettrici più perbeniste.
Lei torna a casa e lui le regala un computer portatile (preziosissimo e non ancora in commercio, altra disgustosa ostentazione eccetera...) in modo che possa documentarsi sul sadomaso. Lei è abbastanza incerta su questo, e mentre cerca di chiarirsi le idee scopa con Christian un tot di volte, mangia le ostriche con lui ridacchiando perché le sembrano una metafora sessuale, si laurea e riceve altri regali costosi. Lui le manda email, sms, regali costosi (non i soliti gioielli, però), la sculaccia e se la scopa un tot di volte. Lei decide che prima di firmare il contratto vuole un assaggio di sadomaso e lui la porta nella sua stanza dei giochi, la lega e la frusta. A lei piace.
Il giorno dopo vanno a cena dai genitori di lui (famiglia tradizionale), ma siccome Chiristian le aveva nascosto la biancheria intima, lei ci va smutandata. Lui se la scopa nel capanno delle barche e poi le rende le mutande.
Siccome lei è perplessa su questo rapporto, se ne va da sua madre in Georgia per pensare, cosa che poi non fa (dev'essere troppo difficile per lei, poverina). Lui la segue di nascosto. Lei ha le mestruazioni ma lui non se ne fa un cruccio e se la scopa lo stesso. In albergo, stavolta. Ah, sì, vanno anche in aliante.
Lei finalmente si chiarisce le idee: vuole l'ammmore! Torna da lui, dopo aver ottenuto un posto di lavoro in una piccola casa editrice screditando così tutta la categoria, e i due scopano di nuovo. Stavolta lei è legata al letto.
Però lei è ossessionata dai suoi segreti e dalle sue turbe (di lui). Vuole capirlo e amarlo, perciò gli chiede un trattamento estremo. Lui la sculaccia con la cinghia e lei si fa molto male. Capisce così che non è portata per il sadomaso, e anche che lui ha troppi problemi per dare e ricevere amore. Così lo lascia e se ne va a piangere nella sua cameretta.
Fine del primo libro (nei seguenti, poi, so che si sposano, figliano e soprattutto scopano, ma io non lo saprò mai perché non ho la pazienza di leggerli né la voglia di spenderci dei soldi...)

Ora, io so che quest'estate questo libro è stato al centro di molte polemiche. Da un lato c'erano i maschilisti secondo i quali il successo di questo libro tra le donne va a convalidare la loro teoria che afferma che le donne non vogliono davvero la parità, ma che il loro vero desiderio è sottomettersi all'uomo. Da un altro lato c'erano le femministe che sostenevano che il libro è offensivo per le donne, e anche che fondamentalmente quello di tornare sottomesse è un desiderio dei maschilisti, non delle donne. In mezzo c'era il plotone di donne che lo leggevano e sospiravano. In un ulteriore angolino c'erano quelle che lo leggevano soltanto per denigrarlo, e magari prendere in giro le fans. Poi, nascosti sotto cumuli di unghie masticate, fegati rosicchiati e trucioli di faggio, c'erano un qualche centinaio di scrittori poveri che pur di tirar su due euro sarebbero stati disposti anche a scrivere una cosa del genere. Io ero qua in mezzo... scherzo, ovviamente :-P
Il libro, in effetti, è bruttino, banale e scritto male. Colpisce per la sua pochezza.  È un libro denso di niente, colmo di vuoto e così via. L'intento dell'autrice è quello di essere semplice, leggibile anche per i meno sofisticati. Ma a semplificare troppo si rischia di essere ripetitivi. Infatti lei ha la tendenza a reiterare le cose, a usare sempre le stesse frasi, a presentarci scene molto simili tra loro. Certi dialoghi sembrano fatti col copia-incolla. Per esempio, lui le dice di non mordersi le labbra (cosa che lo eccita fin troppo) non meno di quindici volte. Ma la bella scrittura non è rilevante per le lettrici di cinquantasfumature. Io credo che difficilmente un libro del genere possa piacere ai lettori forti. Penso invece che il grosso del suo pubblico sia tra i lettori occasionali (che sono la stragrande maggioranza rispetto a quelli forti). Quelli che leggono non più di un paio di libri all'anno, magari in vacanza, sotto l'ombrellone. Per questi anche una storiella semplice e banale come quella di Anastasia e Christian può sembrare nuova e piccante, perché non hanno esperienza di altri libri, o altri argomenti, simili, magari scritti meglio ma meno pubblicizzati e meno popolari. Forse anche più complessi, per linguaggio e per trama. Insomma, “faticosi” per chi non è abituato a leggere.
È offensivo nei confronti delle donne? Secondo me un po' sì. Ma non per via dell'infarinatura sadomaso, come credono i maschilisti (tra l'altro, nonostante siano quelle per cui tutti ne parlano, le scene sadomaso sono poche e decisamente soft). Loro danno per scontato che il rapporto dominante/sottomesso debba vedere l'uomo come dominante e la donna come sottomessa. Tra Christian e Anastasia è così, ma questo è irrilevante e non è una regola. Lo stesso Christian confessa di aver cominciato quelle pratiche da sottomesso con una donna dominante. No, l'offesa sta in altro. La più lampante? Il fatto che per l'ennesima volta la protagonista di un romanzo popolare, l'eroina in cui tutte noi dovremmo riconoscerci, è una vera stupida. Non semplicemente ingenua. Proprio stupida. Sì, anche Bridget Jones era stupidotta, ma era voluta. Il suo diario era un romanzo comico che prendeva in giro un certo tipo di fanciulle romantiche. Invece Anastasia si prende sul serio, soprattutto la prendono sul serio le sue lettrici. Le lettrici di Bridget Jones potevano identificarsi in lei, ma non aspiravano a essere come lei. Quelle di Anastasia sognano di diventare come lei.
È offensivo anche perché è un concentrato di luoghi comuni e stereotipi: lei ingenua e vergine, lui è l'esperto che la introduce al mondo dell'erotismo. Lei è socialmente inferiore, lui è potente e ricco e può permettersi di comprarle qualunque cosa. E lo fa. È uno di quelli che se la donna gli offre qualcosa, fosse anche solo un caffè, si sente sminuito nella sua mascolinità. È uno di quelli che se c'è un problema non lo dice a lei per non turbarla. È geloso e possessivo. “Tu sei mia”, le dice spesso.
È offensivo perché propone un modello di donna-bambolina il cui unico scopo  è (a parte l'ammore, ovviamente) star lì a godersela, non pensare a niente, lasciare tutto nelle mani forti e muscolose del suo ammore che la tratta come una bambina viziata. Il fatto che lui non voglia parlarle dei suoi problemi vuol dire anche questo. Non si parla di cose importanti con la piccina, con lei si parla solo di giochi e di quisquilie. Eccetera eccetera.
E poi, quello tra Christian e Anastasia è un rapporto malato. Ossessivo. Per tutta la sua durata (due settimane!!!) ognuno dei due non fa altro che pensare all'altro. Morbosamente. Davanti al loro amore tutto passa in secondo piano, persino la laurea e l'aver trovato lavoro. Se lei non lo sente per tre ore va in paranoia. Se lui non riceve continui messaggi va in crisi. Non tollera neppure che lei se ne vada per tre giorni in vacanza da sola.
E secondo me anche per questo ha successo. Le storie d'amore famose non parlano mai di relazioni pacate, sane, sobrie. Sarebbero noiose. Invece vanno moltissimo le passioni travolgenti e fatali. No, dico, credete che Romeo e Giulietta sarebbero diventati tanto celebri se nessuno li avesse contrastati e loro fossero riusciti a vivere “felici e contenti”?
Malauguratamente le cinquantasfumature sono contrastate solo dalla paranoia dei protagonisti. Si spera che ciò valga a non renderli immortali come Romeo e Giulietta, e a farceli dimenticare presto. Magari a favore del mio libro... ehm...
Per quali altri motivi può aver avuto successo? Per le scene piccanti, ovviamente. Christian e Anastasia fanno sesso moltissime volte, e quando non lo fanno ci pensano comunque. E poi perché quelle scene sono fantasie decisamente femminili. Se l'avete letto ci avrete fatto caso: nel 99% dei casi è sempre lui che "fa cose" a lei. Lui è quello attivo durante i rapporti, lei non deve far altro che starsene lì a mugulare e godersi i suoi orgasmi multipli. Un uomo non avrebbe mai scritto queste cose, no?Non è un sesso hard, come si dice in giro e come pensa mia mamma. È un sesso abbastanza normale, però è esplicito e questo fa sognare le tante lettrici che, ho il sospetto, ritengono di avere una vita carente da quel punto di vista. Questo perché è semplicemente normale che nella vita quotidiana non si possano vivere avventure appassionanti e travolgenti come quella tra Christian e Anastasia (che, vi ricordo, nel primo libro dura solo due settimane). È normale, normalissimo che dopo un po' il rapporto tra due partner si plachi e tenda a una routine più bigia che Grigia. O meglio, bigia la vediamo noi. Perché partiamo col piede sbagliato. La passione non cade dal pero: se non ce la mettiamo noi, nella vita di tutti i giorni, non lo farà nessuno. Come col minestrone. Se non ci metti il sale, non lamentarti se viene insipido.
E dopo questa brillante metafora culinaria, posso affermare di aver scoperto quelli che per me sono gli ingredienti-base delle cinquantasfumature: 1) semplicità (pochi personaggi, una sola trama lineare, niente sottotrame o quasi) 2) linguaggio facile, comprensibile anche per chi abitualmente non legge 3) una spolverata di peperoncin... sesso, per rendere il tutto più piccante e aggiungere il fascino del proibito (ma non troppo), 4) personaggi stereotipati, che in un modo o in un altro siano già riconoscibili perché facenti parte dell'immaginario comune. 5) moltissimi amici disposti a farti pubblicità gratis.
Bene. Ora non mi resta che trovare un modo per cucinare il tutto senza perdere la faccia e il rispetto di me ^___^

PS: sapete cosa mi sarebbe piaciuto? Se nel finale fosse venuto fuori che alla fine tutta la faccenda era solo una fantasia di Anastasia. Non so, mi sarebbe sembrato più credibile...


* Nonostante le mie ferree convinzioni positiviste, vi avverto che ho una discreta cultura in campo esoterico. E poi non è necessario che ci creda io, basta che ci crediate voi. Lettore avvisato...

3 commenti:

tenebrae ha detto...

lo dico sempre: il must è
50 SBAVATURE DI GIGIO

T.

IsaBella ha detto...

Ma tu l'hai letto? Perché mi dicono che è pieno di stereotipi anche quello.
I.

tenebrae ha detto...

non l'ho letto, ma ne ho sentito parlare bene (se non altro le sbavature non si prende sul serio come le sfumature)

t