sabato 2 aprile 2011

Pollice verde bis

Come ho già detto il 20 marzo, io non ho il pollice verde. Anzi, oserei dire che ce l'ho nero.
E come ho già detto, invidio da matti quelli che se la cavano con le piante.
Davvero, certe volte che me ne vado in giro per Milano e, alzando il naso, vedo quei bei balconi straripanti di piante e fiori mi sento letteralmente rodere il fegato dall'invidia.
Ma come ci riescono?
A me piacerebbe tanto avere anch'io un terrazzino così. M'immagino sempre di avere un bel balcone verdeggiante come un'oasi nel deserto, e io che me lo godo sorseggiando il tè, di prima mattina, in attesa di cominciare una giornata di lavoro.
Tranne che io non bevo il tè, la mattina, ma trangugio un caffè in tutta fretta, e quando comincia la giornata lavorativa sono già nevrotica.
E ovviamente manca anche il balcone verdeggiante.
Per ora.
Sì, perché come ogni primavera ho deciso di riprovarci. Partendo dalle quattro aromatiche sopravvissute, sto cominciando a ripopolarlo.
Adesso ci sono anche le rose, le margherite, la ginestra, il gelsomino... e un mucchio di immondizia in terra, perché non avendo ancora finito mi pare inutile pulire.
Ci sogno anche un pinetto, qualche altra pianta aromatica (dell'alloro, per esempio) e una bella edera che s'inerpichi sul muro a incorniciare la porta-finestra. E una dalia bianca col polline giallo come l'oro. Perché da piccola ero fissata con le dalie ed ero convinta che dentro ci vivessero le fate.
Gerani no, i gerani mi stanno antipatici.
Quand'ero piccola avevamo un bel terrazzo, e io avrei voluto riempirlo di iris, margherite e rose.
Invece la mamma ci faceva mettere sempre i gerani, perché dice che sono più eleganti.
Io dicevo che i gerani puzzavano e non erano a forma di fiore. Mi piacciono da lontano, sui balconi degli altri, come macchie di colore. Ma non da tenere.
Quindi gerani niente.
E poi magari proverò anche a piantare quei semi di fiori di campo che ho comprato l'anno scorso. Se mi ricordo dove li ho messi...

Nessun commento: